Un pò di numeri

UGUAGLIANZA DI GENERE IN PIEMONTE
rapporto IRES 2019

Nel mondo dell'istruzione

Elevata scolarizzazione delle donne (97%)

Le ragazze sono più impegnate nei percorsi liceali:
ragazze (56,7%)ragazzi (33,9%)

Secondo la media delle prove Invalsi 2017 gli esiti scolastici delle ragazze sono migliori
Tasso di passaggio scuola-università più elevato per le ragazze:
ragazze 57,4% - ragazzi 46,7%

Laureate più numerose tra i giovani piemontesi:
donne 38% - uomini 25%

Nel mondo del lavoro

Lavoro: donne 62,9%uomini 76,9%
Disoccupazione: donne 16,7%uomini 10,8%



Dopo cinque anni dal conseguimento della laurea lavorano 88% degli uomini e femmine
82,4%.

Reddito mensile netto risulta più alto per gli uomini in tutti gli ambiti disciplinari, ovvero a parità di preparazione universitaria e ambito lavorativo.


Soffitti di cristallo nella carriera lavorativa delle laureate: due esempi tratti dal rapporto Ires Piemonte 2019.
Se esistano o meno quelle barriere invisibili, meglio conosciute come soffitti di cristallo, che impediscono alle donne di salire nella scala gerarchica delle posizioni professionali sarà analizzato nelle prossime righe, prendendo in considerazione due esempi possibili di raggiungimento di posizioni apicali: Direttore di struttura complessa nel SSN del Piemonte nell’ambito della laurea in Medicina e professore ordinario negli atenei del Piemonte nell’ambito della carriera universitaria.

Se le studentesse iscritte al corso di laurea in Medicina e Chirurgia sono il 58%, la presenza scende al 51% tra i medici che lavorano in Piemonte nel SSN.
Al progredire della carriera, la percentuale di donne cala vertiginosamente raggiungendo quota 34% nella posizione di Responsabile di Struttura Semplice e 18% in quella di Responsabile di Struttura Complessa.

La situazione non migliora anche se si prendono in esame solo le discipline maggiormente “femminili”, ovvero le specialità in cui almeno il 50% dei medici è donna, che sono Pediatria, Nefrologia, Psichiatria, Ginecologia e Ostetricia, Anestesia e Rianimazione, Medicina interna, Medicina d’urgenza e Radiodiagnostica. Anche in questo caso emerge che la presenza di donne nelle due posizioni apicali dicarriera diminuiscono a favore di una maggiore presenza maschile. Ad esempio, nell’ambito della pediatria, che è la disciplina con la percentuale più elevata di medici donne (77%), la presenza femminile scende al 50% tra i responsabili di struttura semplice e al 10% tra i responsabili di struttura complessa.
Risultati analoghi emergono anche dall’analisi dei percorsi di carriera accademica per l’accesso alle posizioni di professore associato e ordinario: la percentuale di donne che ricopre questi ruoli diminuisce al crescere della posizione ricoperta.

Se in Piemonte le donne tra gli iscritti e i laureati sono più numerose rispetto agli uomini, il rapporto si inverte quando si calcola la proporzione di donne tra i dottori di ricerca e tra i ricercatori, dove le donne rappresentano il 48% del totale. L’ampiezza della forchetta si apre al progredire della carriera, portando le donne a rappresentare il 38% dei professori associati e il 23% degli ordinari.
Il confronto del Piemonte con l’Italia mostra risultati del tutto analoghi, con un lieve differenza sulla proporzione dei laureati, che in Piemonte sono più maschi per la presenza del Politecnico di Torino dove notoriamente si iscrive una percentuale maggiore di uomini.